4 COSE Che Avrei Voluto Sapere PRIMA Di Trasferirmi a Bucarest Per 2 Anni


TRASCRIZIONE:

Ciao carissimi e bentornati in un nuovo video. Il titolo di oggi è… e ho qua degli appunti, come sempre… quattro cose che avrei voluto sapere prima di trasferirmi in Romania per due anni. 

Ok ragazzi, questo è l’argomento di oggi e questi argomenti diciamo un po’ più generali, diversi, servono anche per diciamo trattare argomenti che potrebbero toccare dei vocaboli, delle parole o delle espressioni che non uso di solito negli altri video, ok? Quindi fatemi sapere se apprezzate anche questo tipo di argomenti diversi, così mi fate capire anche la direzione in cui sto andando, se va bene oppure no, ok?

Ma detto ciò, prima di iniziare vi ricordo anche della lista d’attesa alla riapertura a Italiano Per La Vita che trovate in descrizione. Riapriranno le iscrizioni il 12 maggio e Italiano Per La Vita, come sapete, è la nostra piattaforma dove avete episodi su cultura, storia, cucina, arte, sviluppo personale, tutto… tutto ciò che facciamo e abbiamo fatto negli anni su YouTube ma 1000 volte meglio e tante attività dal vivo, tra cui lezioni di gruppo, un gruppo Telegram per parlare con altre persone che stanno imparando l’italiano e tante, tante altre cose, troppe per ricordarvele ora… ma il link per la lista d’attesa è in descrizione e le iscrizioni riapriranno il 12 maggio.

Detto ciò, possiamo iniziare con l’argomento di oggi e il punto numero uno,

1- il punto numero uno che è questo: QUANTO È DEPRIMENTE ESSERE DA SOLI. Sì, questa è una cosa che avrei potuto immaginare, però lì l’ho capita veramente, l’ho capita veramente, perché con Isa siamo andati in Romania per fare anche un’esperienza di vita, no? Ci eravamo appena sposati e abbiamo detto: «Se non lo facciamo ora non lo faremo mai». Quindi siamo andati in Romania. È successo quello che temevamo, era una situazione molto solitaria per diversi motivi. Primo motivo è che io parlo il rumeno e l’inglese, Isa parla il portoghese e l’italiano, capisce molto bene l’inglese ma non parla ancora molto bene l’inglese. Quindi nonostante avessi qualche amico in Romania che abbiamo incontrato eccetera, questa barriera linguistica, culturale, ha fatto sì che col tempo ci isolassimo, ci isolassimo. Questo nel tempo ci ha fatto percepire quanto è triste essere da soli in un posto, perché la maggior parte del tempo eravamo io e lei in appartamento a lavorare. Uscivamo a cena ovviamente, eccetera… però comunque da soli la maggior parte del tempo e ci ha fatto capire quanto in particolare Isa sentisse la mancanza della propria famiglia, ma per davvero. Io venendo da una cultura un po’ diversa da quella brasiliana, sono di Brescia, nel nord Italia, con la mia famiglia, diciamo, siamo forse un po’ più freddi nel nord Italia in generale… non tutte le famiglie sono uguali ovviamente, però diciamo la mancanza che sentiva Isa a livello proprio giornaliero e… il sentire la mancanza era molto più forte che la mia mancanza della mia famiglia, proprio a livello anche culturale di come siamo stati cresciuti e tutto quanto, no? E anche la famiglia di Isa è molto più grande. La mia famiglia alla fine siamo io, mia mamma, mia nonna, mio papà e mio fratello. Questa è la mia famiglia principale. Isa invece ha già quattro fratelli e sorelle, tantissimi cugini e cugine a cui vuole bene, tanti zii a cui è vicina. È una situazione diversa insomma. Quindi la prima cosa che avrei voluto sapere, magari con un po’ più di maturità, è veramente di capire quanto può essere pericoloso questo e… quanto è deprimente essere da soli per tanti mesi in un posto appunto dove sei senza tanti amici, senza famiglia, in una cultura anche in cui poi hai delle barriere linguistiche che possono creare un problema. Quindi la lezione… la lezione che ho imparato da questo punto è apprezzo moltissimo la mia casa piena, la mia casa con persone. Lo apprezzo molto e ne sono molto grato. Questo è importante perché a volte conosco molte persone che a causa del disordine o un po’ del… del fatto di dover poi pulire o cucinare, non so… non apprezzano avere persone in casa. Questo mi ha fatto invece apprezzare molto l’avere degli amici e familiari a casa mia e anche magari poi sì dici: «Ah cavolo, è tutto in disordine o è tutto sporco» o quello che è… però dici: «È meglio avere una casa pulita ma vuota o è meglio avere una casa sporca per qualche ora o un giorno fino a che pulisci, ma piena di amore, piena di compagnia, piena di divertimento, allegria?» Quindi è una cosa importante ragazzi, questa è una lezione che ho imparato e vorrei passarvi, che so che già la maggior parte di voi probabilmente già saprà di questo ma non tutti, quindi ci tengo a condividerla.

Seconda… eh, questa seconda… questa seconda ragazzi anche è difficile.

2- IL TRAFFICO INFERNALE DI BUCAREST. Noi siamo stati principalmente a Bucarest, quindi vi starò parlando di Bucarest, Romania Bucarest, non Romania altre città tipo Cluj, Timișoara Costanza, Galați… ce ne sono tante, Brașov. Io sono stato a Bucarest, quindi sto parlando di Bucarest, ok? Se qualche rumeno guarda, ragazzi calmi, so esattamente com’è la situazione in Romania. Bucarest è Bucarest, poi c’è ogni città con i propri pregi e difetti. Ma tornando a Bucarest, punto numero due, cosa avrei voluto sapere? Che il traffico è infernale. Sapevo del traffico, ma non che fosse così infernale, veramente. Ci sono state volte dove per fare due chilometri e mezzo ci ho impiegato un’ora, un’ora per fare due chilometri. Io che vengo da Brescia per me questo è una follia, perché per fare dieci chilometri a Brescia ci impiegavo 15 minuti. Cioè è una roba folle per due chilometri e mezzo stare un’ora bloccati in un taxi nel traffico. È una follia, è una follia. E voi direte: «Eh ma potevi usare la metro». Giusto. Giusto, è vero, si può usare anche la metro, però comunque è una cosa infernale, infernale ed è peggio di San Paolo. Io ora abito a San Paolo, è peggio di San Paolo. Lo so che per chi di voi abita a San Paolo e dirà: «Eh no, è impossibile… il traffico peggio di San Paolo…» Fidatevi, c’è il traffico peggio di San Paolo, peggio di Napoli. Andate a Bucarest e vedrete che è incredibile come le persone guidano… non tutti ovviamente ma… come in generale guidano, è una roba folle. Eh... uh! Io non guiderai mai a Bucarest. Comunque questa è la cosa numero due che avrei voluto capire meglio e le strade anche sono strette in vari punti e ci sono macchine parcheggiate a destra e a sinistra, quindi si crea tipo una… una trappola. Sei tu in mezzo con le macchine di qua e di qua parcheggiate e tu sei mezzo bloccato, non puoi fare più nulla e devi stare fermo per ore, aspettare e pregare.

Punto numero tre. Ah, questo punto ragazzi è… non vorrei essere malinteso, eh! Devo stare attento a come lo dico, perché poi magari qualche rumeno si arrabbia con me. Io ho tanti amici rumeni, quindi non c’entra con i rumeni, ma c’entra con Bucarest, quindi devo stare molto attento a questo perché se no qualcuno potrebbe capire male quello che voglio dire.

3- Ma il punto numero tre è stata la… avrei voluto sapere della MALEDUCAZIONE DI MOLTE PERSONE A BUCAREST, veramente… e non è una cosa normale, cioè c’è stata più di quello che io ho sperimentato in tante altre capitali del mondo quindi… che io ragazzi vengo da un posto il nord Italia in cui siamo bravi a essere maleducati, eh! Ve lo dico con tutto il cuore, io sono di Brescia, ho avuto tante di quelle esperienze nel nord Italia di persone maleducate che mi viene la rabbia. Però sfortunatamente ho avuto queste esperienze anche e peggio a Bucarest. Vi faccio alcuni esempi… che non sono felice di fare questi esempi, ma devo farli perché sono successi quindi primo esempio sfortunato perché ho detto… io avevo parlato a Isa benissimo della Romania, perché lei già aveva paura, no, di… non paura ma tipo non era convinta di andare in Romania a provare questa esperienza, perché non parla la lingua, è una cultura diversa, insomma per vari motivi. Io già parlavo la lingua, ho amici in Romania, ci sono già stato tante volte, quindi ho detto: «Andiamo a Bucarest». Primo giorno, atterriamo, siamo con le nostre quattro valigie e stiamo facendo il nostro trasloco, no? Con le nostre quattro valigie dall’Italia alla Romania. Arriviamo, primo giorno, tutto bene, arriviamo in aeroporto, usciamo dall’aeroporto, chiedo sull’applicazione del telefono, un taxi, un Bolt… era un Bolt, è tipo Uber ma c’è questa applicazione, si chiama Bolt. Ho chiesto un Bolt e avevo messo la… tipo macchina comfort. Non c’era un’opzione di grande, non so cosa… ho messo l’opzione più grande che mi sembrava sull’applicazione, perché sapevo che avevo comunque due valigie grandi, due valigie piccole e non tutti hanno lo spazio, no? Quindi ho messo l’opzione più costosa comfort. Arriva il… questo Bolt che doveva essere comfort, con più spazio, comincia ad aiutarci a mettere le valigie e capiamo molto velocemente che non ci sarebbero state tutte e quattro le valigie. Invece di fare come una persona normale e dire: «Ragazzi mi dispiace ma non ci stanno» e andare via, no! Ci ha sbattuto le valigie per terra, si è incazzato… incazzato, si è arrabbiato, si è arrabbiato, ma proprio diventando con una faccia cattiva… tipo: «Oh, non dovevate chiedere una una macchina qua, dovevate chiedere un pullman, un autobus, un minivan» E ho detto: «Calmo, cioè su…» neanche mi ha dato il tempo di spiegare che sull’applicazione io ho cercato l’opzione appunto più spaziosa. Neanche ho fatto in tempo di spiegare che ha buttato le valigie per terra arrabbiato… come vedete la mia voce è un po’ emozionata perché a me mi danno fastidio tanto queste cose, le persone maleducate così… mi dà molto fastidio ma… perché non ne vedo il motivo. Ma questo è entrato nel Bolt, ha buttato fuori tutte le nostre valigie, ci ha piantato lì in mezzo alla… alla strada, aeroporto nel parcheggio e non solo, dopo un secondo vedo notifica: «Hai pagato perché l’autista ha detto che non ti sei fatto trovare». Ho detto: «No, porco cane!» Era pochissimo, però ci ha trattato malissimo, poi ci ha fatto pagare mentendo all’applicazione, dicendo che noi non ci siamo fatti trovare. Questo è stato il primo impatto di esperienza a Bucarest per Isa. E quindi io ero lì che dicevo: «No! Adesso vorrà andare via. Non siamo ancora arrivati che vorrà andare via». E io ho cercato di dire: «Boh, guarda che non è normale… cioè questa è una cosa che… che è successa per caso non è normale». Quindi poi ho pagato un taxi lì, perché non volevo più avere brutte esperienze, quindi ho detto: «Non rischio più». Ho pagato un taxi lì, ovviamente mi hanno derubato, perché si sa che i taxi lì ti… è un furto. Quindi ho dovuto pagare tantissimo per arrivare al nostro appartamento. Quindi sono stato derubato dal Bolt, trattato male, poi derubato dal taxi ma per scelta, perché non volevo perdere altro tempo, faceva caldo, eravamo stanchi e… e tutto qua, niente. Questo è il primo esempio. Secondo esempio, perché direte: «Eh ma Alberto non puoi definire una città da un esempio». No, no, calma, ve ne dirò oggi solo tre di 100 che potrei fare. 

Secondo esempio. Vado dal parrucchiere in Romania, non in Romania, a Bucarest. Non conoscevo questo parrucchiere, allora chiedo, no? Prima di entrare se facevano anche la barba, no? Se tagliavano i capelli, se facevano la barba, perché in Italia non sempre fanno barba e capelli. Dipende, no? Alcuni fanno solo… ci sono delle parrucchiere che fanno solo donne, alcuni solo uomini, alcuni fanno i capelli e non fanno la barba… insomma c’è questa cosa in Italia. Quindi io sono andato lì a chiedere, era in un centro commerciale. Ho chiesto: «Fate la barba anche?» Al ragazzo. Ragazzi dovete vedere lo sguardo… perché lui ha percepito anche che ero uno straniero. Dovete vedere lo… non so come farvelo, ma dovete sapere lo sguardo… vorrei avere una foto dello sguardo con cui mi ha guardato il tipo. Mi ha guardato tipo così… e c’erano lì anche gli altri, neh. Era lì così… tipo come se fossi uno scemo. «Ovvio». Ha fatto così: «Ovvio… ovvio che… ovvio che facciamo barba e capelli. Non vedi la foto? Cioè, non vedi cosa c’è scritto?» E io ci sono rimasto di merda perché ho detto: «No ma scusami…» Prima di chiedere già ero lì tipo: «Sarà che lo chiedo o non lo chiedo? Perché qua mi possono trattare di merda». Sapevo già di questo rischio e l’hanno fatto e quindi… mi ha fatto sentire insomma… ragazzi, qual è il punto? Mi ha fatto sentire… già sono in un Paese che non è il mio, lì mi ha fatto sentire come… come uno scemo. Che è la cosa peggiore, no? Quando tu sei in un altro Paese, non è la tua lingua, ti senti comunque fuori posto e… che potresti fare delle figure da stupido. Niente, mi ha fatto sentire un grande stupido. Morale della favola… morale della favola significa alla fine cosa ho fatto? Mi son comunque tagliato i capelli perché non c’era lui a tagliarmeli, era un altro ragazzo fortunatamente. Allora ho detto: «Dai, lo faccio, devo tagliarmi i capelli» e non c’era un altro posto. Però mi ha fatto molto arrabbiare, tipo di dire: «Ma perché trattate le persone così di m…» Non dico la parolaccia. Comunque, numero due. Mi sto torturando ragazzi ricordando queste cose, ma… numero tre.

Questo esempio ragazzi è molto brutto, molto brutto perché… mi ricordo che mi ha fatto proprio arrabbiare. Ma vi racconto la storia. Eravamo andati al supermercato io e Isa, bevo un po’ d’acqua ragazzi perché… ho bisogno di bagnare la gola. Allora, cos’è successo? Eravamo andati al supermercato io e Isa, avevamo preso due borse di… di cose della spesa perché… volevamo fare appunto andare in taxi e poi andare a casa e siamo andati in questo centro commerciale e abbiamo fatto una piccola spesa. Avevo due borse io, due borse Isa… quelle di plastica. E praticamente abbiamo fatto la spesa poi siamo saliti perché il… supermercato era nel piano sotto, noi siamo saliti due piani per uscire dal centro commerciale e lì stavamo… mancava poco all’uscita e pam! Si sono aperte le buste di plastica, si sono rotte. Quindi ci trovavamo lì, mancavano 10/15 minuti alla chiusura del supermercato e del centro commerciale… erano le otto di sera, otto o nove… si erano rotte le nostre buste, non avevamo noi una macchina, quindi dovevamo andare poi in taxi sapendo anche che i taxi hanno poca pazienza e i Bolt hanno poca pazienza lì, ma veramente poca pazienza… lì a Bucarest… comunque si son rotte le buste e allora ho detto: «Fantastico». C’era davanti Sephora. Sephora è un negozio che vende profumi, cose varie e ho detto… in quel negozio lì, tipo un mese prima, io avevo comprato un profumo costoso per me o per Isa, non ricordo, era un regalo e… mi ricordo che ero andato lì a fare un acquisto e ho detto: «Vai! Magari vado lì, magari si ricordano di me e magari mi fanno… mi danno una borsa, no?» Sono andato lì, ho chiesto una borsa, una una bustina di plastica, qualsiasi cosa, perché ho detto appunto: «Mi mi si son rotte le cose, no? E siamo lì con tutto per terra». E loro avevano visto che noi là eravamo in difficoltà, quelli del negozio di Sephora. Erano due ragazze, una bionda alta, non me lo dimenticherò mai… e una mora bassa coi capelli neri. Quella lì mi ha guardato così… «Non possiamo dare borse». E io ho detto «No, no, ma te la pago, ti pago una borsa di plastica, qualcosa… è che ho qui tutto rotto il supermercato giù sta per chiudere, è giù due piani, ho tutto qua rotto, siamo qui e dobbiamo dare in taxi. Solo una bustina di plastica o qualcosa, te la pago» e mi fa: «No, no, no politica nostra non possiamo dare borse a nessuno». E mi guardava compiaciuta, questa è stata la cosa più brutta. Mi guardava felice che io ero in difficoltà e questo mi fa di un… mi fa arrabbiare, cavolo. Mi fa proprio stare male come essere umano. Perché sono quelle cose dici: «È un’ingiustizia, è una cosa così stupida ma così brutta, neh?» E niente, allora ero così arrabbiato che ho detto: «Va bene, lo date solo a chi compra qualcosa?» Io avevo detto tra l’altro che avevo comprato una roba anche un mese fa, un profumo tipo… non gliene importava nulla e allora ho detto: «Va bene, date solo a chi compra qualcosa?» Bene, ho comprato la prima cosa che vedevo, non ho neanche guardato il prezzo, ma era una cosa piccola, l’ho presa e ho detto: «To’, compro questo, adesso dammi una borsa». E lei cosa fa? Era arrabbiatissima tipo o tristissima tipo… così tipo… Ha passato per farmi pagare e cosa mi dà? La borsa più piccola esistente nel negozio. Era una borsa così. E lì ho detto: «No, non è possibile, non è possibile». E le ho detto: «Vorrei quella più grande». E le ho fatto vedere quella grande, no? E lei cosa fa? È andata a prendere quella un pochino più grande della piccola, tipo così, invece di quella grande che volevo. È stata una cosa ragazzi, giuro, bruttissima e uno dei tanti episodi sfortunatamente che se avessi saputo di queste cose magari avrei pensato molto prima di andare a vivere due anni a Bucarest, perché ti fanno passare la voglia di… di fare le cose, soprattutto se tu sei anche uno che non è del Paese, sai? Quindi non è sempre facile anche spiegarti nella lingua in rumeno. Molti parlano inglese lì però comunque ti si creano spesso queste situazioni dove ti senti un po’… male, non ti senti a casa, ti senti trattato male. E purtroppo ragazzi, questa è una cosa che io ho vissuto a Bucarest, avrei voluto saperla… ci tengo a dire che io ho amici rumeni che sono andati a vivere a Bucarest e che ora stanno tornando a vivere nelle loro città, tipo GalaÈ›i, Brăila, Cluj, BraÈ™ov, altre città perché loro stessi mi hanno detto che a Bucarest hanno incontrato tanti maleducati, tanto caos, tanto stress e non si trovano bene. Quindi questa è l’esperienza mia personale e dei miei amici rumeni anche che hanno avuto queste esperienze e poi… Bucarest ha tanti pregi sicuramente non ci sono città perfette o sbagliate ma… per me è stata veramente problematica come esperienza e soprattutto per Isa anche. 

Poi mi fermo qui con gli esempi ma concludo col quarto… la quarta cosa che avrei voluto sapere.

4- Ragazzi le banche assurde per gestire un business online. Io lì dovevo operare Italiano Automatico e tutto quanto… ero andato lì anche per avere un po’ di agevolazioni, poter operare in un modo migliore, pensavo… invece ragazzi è un incubo, mi facevano diventare matto le banche tradizionali. Ho usato Raiffeisen, BCR in Romania, sono due banche forti in Romania, Raiffeisen e BCR e mi facevano diventare matto. Non sono assolutamente abituate a gestire persone che hanno un’impresa online. Io ho a che fare con clienti da 50 Paesi nel mondo, pago persone in diverse monete per tutti i servizi che usiamo. Mi hanno fatto veramente diventare matto con problemi con le loro applicazioni, problemi per pagare i servizi in altre monete, problemi poi per gestire a distanza anche se stavo viaggiando le cose, perché per esempio mi chiamavano e… «Ti vogliamo qua lunedì perché non capiamo cosa hai fatto qui». Cavolo, siamo nel 2023. Io in quel momento stavo viaggiando in Portogallo visitando il fratello di Isa e capite che poi ti dicono: «Eh, se non sei qua in tre giorni ti blocchiamo tutto». E io ovviamente poi fortunatamente tornavo in tempo ma immaginate se qualcuno è via un mese o due mesi e ti fanno sti problemi! Cavolo è una bella rottura di… ecco, ok? 

Ragazzi, ne ho dette abbastanza. Detto ciò, io fortunatamente amo ancora la lingua rumena che era stata la mia prima passione anche linguistica, le canzoni rumene le stavo ascoltando ieri in doccia… mi piacciono. Mi piacciono tanto i miei amici ovviamente che vi faccio vedere anche una foto qua con loro. Eccoli qua ragazzi, vi faccio vedere i miei amici. Eccoli qua, questi sono i miei amici, questo è un mio amico… Sono delle persone straordinarie, non son mai… loro sono di Brăila, è una città nel sud della Romania e io mai mi sono sentito così ben accolto come da loro. Persone di cuore, persone eccezionali… mi hanno passato un sentimento di amore fantastico e ho imparato tante cose della loro cultura, dei loro cibi, della loro lingua, della loro storia. E quindi questo amore che ho per tutto questo lato della Romania non è sparito, però Bucarest ragazzi se dovete andare a vivere da qualche parte veramente pensateci due volte. Infatti il titolo di oggi sarebbe meglio che fosse: «Quattro cose che avrei voluto sapere prima di trasferirmi a Bucarest per due anni». Quello sarebbe dovuto essere il titolo, perché la realtà è che quello è stato il problema principale, probabilmente. Ma detto ciò, ringrazio tutti i rumeni con cui ho avuto a che fare in quei due anni che invece sono stati gentili, mi hanno aiutato, ma ci tenevo a condividere questo con voi anche per farvi allenare il vostro italiano, condividere di più sulla mia vita, le mie esperienze, così che si può sempre imparare qualcosa di nuovo. Io vi mando un grande abbraccio e ci vediamo nel prossimo video.